Fraternita dei frati Minori Cappuccini
A cura di padre Fabrizio Carli O.F.M. Cap.
Il culto di San Lorenzo
L’area del Verano è particolare perché sin dal III secolo viene attestato il culto di San Lorenzo, uno dei Martiri più importanti e più venerati dalla chiesa universale, e dalla Chiesa di Roma in particolare, che è ricordato per aver subito il martirio durante la terribile persecuzione del 258 d.C. da parte dell’imperatore Valeriano, il quale mirava a colpire le cariche più alte della gerarchia ecclesiastica. La depositio martyrum, un elenco di martiri deposti a Roma, nel quartum idus Augustas, cioè quattro giorni prima delle idi di agosto (10 agosto), fa memoria di Laurentius in Tiburtina. San Lorenzo, nato in Spagna, era uno dei sette diaconi della città di Roma al tempo di Papa Sisto II, i quali, insieme al Papa, subirono tutti il martirio. I primi quattro furono sorpresi insieme al Papa mentre celebravano l’Eucarestia, nel complesso di Callisto, mentre Felicissimo e Agapito, poco più in là, in zona Appia Pignatelli. San Lorenzo fu martirizzato per ultimo, per costringerlo a consegnare i tesori della Chiesa in suo possesso. Fu dato in custodia al centurione Ippolito, che lo rinchiuse in un sotterraneo del suo palazzo. Lì Lorenzo conobbe un certo Lucillo, prigioniero anch’egli e privo di vista. Lorenzo lo convinse a battezzarsi e, per farlo, usò dell’acqua che sgorgava dal suolo; improvvisamente Lucillo riebbe la vista. Il centurione Ippolito, dopo tale fatto, si fece anch’egli Cristiano ricevendo il battesimo da Lorenzo e accettando la stessa sorte dei Cristiani.
Per ricordare questi avvenimenti furono erette a Roma tre chiese: San Lorenzo in Fonte (luogo della prigionia), San Lorenzo in Panisperna (luogo del martirio) e San Lorenzo al Verano (luogo della sua sepoltura). Oggi a Roma sono otto le chiese consacrate a questo Santo. Oltre quelle citate, abbiamo San Lorenzo in Lucina, dove è racchiusa una parte della graticola usata per il martirio, San Lorenzo in Piscibus, San Lorenzo in Damaso, San Lorenzo in Miranda, San Lorenzo in Fonte, costruita sulla casa del Centurione Ippolito.
Ci sono vari culti associati a quello di san Lorenzo all’interno del complesso del Verano, tra cui, come si rinviene da alcune didascalie, il culto di Santo Stefano. Santo Stefano era protomartire e protodiacono della chiesa universale e san Lorenzo era un diacono. L’associazione dei due culti deriva dall’aspetto del ministero che svolgevano entrambi nella chiesa, uno a Gerusalemme e l’altro a Roma, quello del diaconato, dal greco διακονέω “servire”. I diaconi si occupavano della pastorale e di tutte le necessità della comunità di Roma, della cura animarum (la cura delle anime) della Comunità romana.
La Cripta
La prima monumentalizzazione della tomba di san Lorenzo, che all’inizio, secondo la consuetudine, si presentava come un semplice loculo chiuso da una tegola o una lastra di marmo di recupero, si deve a Costantino. L’imperatore collegò la basilica da lui edificata al luogo della sepoltura mediante una galleria. Secondo alcuni studiosi le ossa del santo vennero già nel IV secolo deposte in una cassa marmorea, attorno alla quale venne realizzato un ciborio sorretto dalle quattro colonnine di verde antico, oggi nell’attuale cripta. La cripta non può che porsi in continuità cultuale con le catacombe anche se gli ambienti sono, ad oggi, separati. È stata realizzata dal Vespignani per monumentalizzare quella che doveva essere un’area sotto la basilica pelagiana destinata al culto di san Lorenzo sepolto insieme a Santo Stefano e a San Giustino presbitero, suoi contemporanei martirizzati.
All’ingresso della Cripta è da notare una testimonianza storica e teologica: una lastra del V-VI sec., riutilizzata che conterrebbe la più antica documentazione del dogma della transustanziazione. Ecco il testo: “Guarda, tu che passi, intendi quanto sia breve la vita, e raddrizza il viaggio della tua nave all’approdo del Paradiso, là dove il tuo porto sarà vedere il Signore. Dica ormai chiunque beve queste specie consacrate: “Tu sei la somma gloria, il Signore, il lume, la sapienza, la virtù, il cui [o: vero] sangue è sull’altare e sembra vino; tu, che nella tua onnipotenza concedi con un’opera di mirabile misericordia l’acqua scaturita dal tuo fianco a coloro che sono stati purificati nel battesimo”.
Alle spalle delle tombe dei tre santi troviamo la tavola di deposizione di san Lorenzo, di venerazione antica, che ci testimonia il momento del martirio.