La facciata della Basilica è incorniciata da un esonartece, portico esterno, ricostruito dopo il bombardamento del 1943, sorretto da sei colonne di spolio, le due esterne di granito grigio, le quattro mediane scanalate di pavonazzetto, provenienti, con ogni probabilità dalla chiesa costantiniana, che venne dismessa proprio sotto Onorio III. Al di sopra di esse troviamo fregi cosmateschi, vivi di colore e con vari motivi, al centro dei quali un riquadro a mosaico raffigurante Onorio III che presenta a S. Lorenzo Pietro di Courtenay, incoronato imperatore di Costantinopoli da Onorio nell’anno 1217. Dal soggetto della scena possiamo datare verso il 1217, o negli anni immediatamente successivi, la costruzione del nartece. I fregi cosmateschi sono a loro volta sormontati dalla cimasa classicamente intagliata a motivi vegetali stilizzati su cui spiccano teste leonine.

Il portico venne altresì impreziosito con 48 pannelli picti ospitanti le storie della vita di S. Lorenzo e di S. Stefano protomartire e protodiacono che, una tradizione, risalente a S. Ambrogio, e relativa all’inventio delle sue reliquie nel 415 d.C., lo vede traslato, per sua stessa volontà, presso la tomba venerabile del diacono Lorenzo, rafforzando, se possibile, il già venerabile ager veranus. La preziosità e unicità del ciclo pittorico firmato da Paolo e Filippo, padre e figlio, di committenza papale, è enorme: sia per la rarità di contesti così complessi, unitari e articolati, sia per il momento storico, quello di passaggio dall’iconografia bizantina ad uno stile più pieno e modellato, caratterizzato da una ricerca prospettica e spaziale e fortemente coreografica delle figure, spiccatamente narrative.

Nell’atrio della basilica si trova la tomba di Alcide De Gasperi ad opera dello scultore G. Manzù, la quale vuol tramandare ai posteri l’attività dello statista per la ricostruzione dell’Italia dopo la guerra (1940-1945).